di Marco Arscone
psicologo psicoterapeuta
C’era una volta o meglio c’erano una volta le storie, o meglio c’erano una volta delle storie di cambiamento “riconoscibili”. Oggi le storie sono tutte attorno a noi. Tante, tantissime. Tutti raccontano qualcosa. Fa parte dell’essere umano il raccontare e il condividere. Molti dei social network devono il loro successo alla curiosità delle persone di leggere, vedere, ascoltare le storie di altri. Raccontano qualcosa i film, i libri, le canzoni, ci sono racconti nei talk show, nelle serate con gli amici. E’ forte il fascino di ascoltare una bella storia, una di quelle che aggiunge qualcosa a quello che siamo.
Vi ricordate quando da bambini ascoltavate le storie, i racconti, le favole, le fiabe, i cartoni animati?
Ogni fiaba ha qualche messaggio, qualche mondo da farci immaginare e qualche esperienza da farci vivere. Le storie, come il gioco, preparano alla vita, ci consentono di scoprire pericoli e opportunità, ci consentono di esplorare in sicurezza mondi, ci presentano mondi fantasticati o reali ma a distanza, mentre le emozioni che viviamo durante il racconto e addirittura le sensazioni possono essere reali. Possiamo provare paura, rabbia, dolore, gioia, piacere, fiducia, coraggio, amore e tante altre emozioni. Poi il racconto finisce, ma continua a vivere dentro di noi, costituisce una esperienza che anche se fantasticata fa parte di noi. Le storie ci aiutano a vivere le nostre emozioni e a imparare a gestirle. Ad osservare le vite dei personaggi e prendere spunto. Ci insegnano valori e comportamenti, ma soprattutto ci consentono di capire di cosa potremmo essere capaci, ci fanno scoprire le nostre potenzialità.
Così quando cresciamo possiamo avere delle strade, delle indicazioni, delle guide a partire da quanto fatto dai personaggi che abbiamo ascoltato. Tutte le storie ascoltate rimangono dentro di noi, nel nostro archivio personale, pronte ad essere rispolverate quando nella vita reale incontriamo situazioni simili.
Siamo tutti attratti dalle storie, non solo da bambini come modo per esplorare il mondo sconosciuto, ma anche da adulti quando la nostra vita segue dei binari e le giornate si susseguono troppo uguali e routinarie. E’ allora che ricorriamo alle storie, alle canzoni, ai film, ai libri, ai racconti, ai gossip, alla curiosità di cosa fanno le persone vicine, i colleghi, gli amici. Siamo tutti affamati di storie di altri e qualche volta, quando troviamo lo spazio per noi e ci fermiamo, siamo interessati alla nostra storia.
Stare nella nostra storia ci consente di fare il punto della situazione, dove siamo, dove vogliamo essere o dove desidereremmo essere o chi siamo e chi vorremmo essere e cosa stiamo facendo per noi. Avere una storia è rassicurante, è come avere un punto di partenza dal quale confermare chi siamo o esplorare altri modi di poter essere.
Esiste anche lo “stare” nelle storie degli altri. Le storie degli altri sono una fonte di possibilità, di esempi, di osservazione di vite possibili.
Le storie, i racconti, i miti, le favole sono raccontate in tutte le epoche e in tutte le culture, per intrattenere e passare lezioni di vita.
Qualche volte ho fantasticato sulla vita degli uomini primitivi, immaginandoli raccolti in piccoli gruppi attorno a un fuoco, a scaldarsi, a mangiare e a condividere storie, a scambiarsi esperienze. Sono interessanti le ipotesi fatte da alcuni archeologi e antropologi che addirittura fanno risalire a quelle occasioni la nascita del linguaggio che ci ha portato ad evolvere e a distinguerci dagli altri animali.
Tutti i mammiferi, stando alle scoperte del neuroscienziato Jaak Panksepp, condividono con noi delle “fonti ancestrali delle nostre menti emotive”, ovvero una sorta di pre-emozioni come il gioco, la curiosità e la capacità di prendersi cura degli altri. Il gioco ci prepara alla vita, la curiosità ci porta a esplorare e la cura ci consente di condividere e socializzare.
Ho immaginato quindi questi nostri antenati attorno a un fuoco a raccontarsi e a raccontare come giocando, partendo dai gesti fino ad arrivare a condividere parole e poi un linguaggio comune che li ha portati a costruire fantasie di mondi e ad operare per realizzare questi progetti. Gli ascoltatori, incuriositi ascoltano questi racconti, questi progetti che sono delle fantasie che quando sono condivise possono riunire le persone verso la realizzazione di un nuovo modo di vivere, in cui ci si prende cura gli uni degli altri.
Molti progetti sono raccontati e raccontabili indicano una strada da seguire, in questa strada non è tutto definito, ci sono aggiustamenti che si fanno strada facendo, ma intanto si può partire.
Le storie, indicano una strada, raccontano di come alcuni sono riusciti a realizzare un sogno, un obiettivo, un vissuto. I racconti sono come delle promesse di cambiamento e alle volte non è necessario adoperarsi per raggiungerle, perché lavorano con la nostra parte saggia. Ogni storia, ogni racconto ha in se il seme del cambiamento.
Quando siamo predisposti ad ascoltare una storia, a vedere un film, a leggere un libro, possiamo osservare che dopo poco ci rilassiamo e mano a mano che la storia prosegue, siamo disponibili a scoprire di più, siamo curiosi e ci affidiamo alla narrazione.
Quando questo succede siete dentro alla storia ed è iniziato il suo potere trasformativo.
Siccome le storie ci cambiano, è importante imparare a scegliere il narratore giusto per noi. Alle volte infatti abbiamo bisogno di storie per confermare chi siamo altre volte per curiosare in modi nuovi di essere.
Per evitare di rimanere sempre dentro le stesse storie che non ci cambiano ma ci manipolano, possiamo da adulti diventare più consapevoli delle storie che ci presentano scenari nuovi di cambiamento distinguendole da quelle che ci seducono ma ci forniscono false sicurezze.
Per diventare più consapevole di te stesso, può essere una buona domanda chiederti che tipo di storie, racconti, libri, film, persone ascolti, leggi, vedi e dove ti portano i loro racconti.
Puoi scoprire qualcosa di te dalle storie che ti attraggono.
Una volta che sei più consapevole delle storie che ti attraggono, puoi esplorare quali e quanti tipi di storie ci sono, per poi scoprire come usare le storie per crescere e cambiare.
Un breve percorso esperienziale di quattro incontri “Lascia che ti racconti una storia: mindfulness della buonanotte” potrebbe consentirti di approfondire la consapevolezza di quali storie ascoltare.
Tutto questo articolo è stato scritto per avvicinarti alla consapevolezza del ruolo del racconto nella nostra vita e anche per avvicinarti all’idea di poter incuriosirti di questo percorso esperienziale online.
E’ un esempio di come la narrazione può essere utilizzata per raggiungere degli obiettivi. Ogni giorno attorno a te puoi ascoltare narrazioni che nel peggiore dei casi vogliono sedurti e manipolarti, nel migliore dei casi offre un’occasione di crescita personale.
Sta a te decidere se diventare più consapevole di qual’è il tuo modo di rispondere alle narrazioni. Buona consapevolezza.
Sull’autore
Marco Arscone, psicologo psicoterapeuta della Gestalt e psicoterapeuta corporeo (analista funzionale).
Conduce corsi di mindfulness e gruppi di crescita personale.
Per approfondire:
Conferenza gratuita “Milton Erickson: dall’ipnosi alla mindfulness“
Percorso “Mindfulness della buonanotte: lascia che ti racconti una storia”
Bibliografia
“Archeologia della mente: origine neuroevolutive delle emozioni umane” di Jaak Pankesepp, Lucy Biven (2014) Ed. Raffaello Cortina Editore
“Storytelling: storie terapeutiche per aiutare bambini e genitori ad aiutarsi” a cura di Maria Laura Fascina (2014) Franco Angeli